Transcriptome analysis in tissue sectors with contrasting crocins accumulation provides novel insights into apocarotenoid biosynthesis and regulation during chromoplast biogenesis
Lo zafferano, Crocus sativus L., rappresenta la spezia più costosa al mondo, con prezzi che possono raggiungere I 30.000 euro/kg.
Lo zafferano, Crocus sativus L., rappresenta la spezia più costosa al mondo, con prezzi che possono raggiungere I 30.000 euro/kg. Il valore elevato è principalmente dovuto alla ridotta produzione e disponibilità (la coltivazione è limitata a terreni ad altitudini superiori ai 300 m, e ogni pianta produce al Massimo 3 fiori, ognuno dei quali porta al Massimo 3 stigmi, che rappresentano la spezia), e al costo della manodopera (tutte le operazioni di raccolta e processamento devono essere svolte manualmente). Inoltre, lo zafferano è una pianta sterile, aspetto che ne aumenta le difficoltà di miglioramento genetico e delle sue caratteristiche produttive. Le molecole principalmente responsabili dell’elevato valore dello zafferano sono le crocine, composti di colore giallo-rosso appartenenti al gruppo degli apocarotenoidi.
Recentemente, il centro ENEA “Casaccia” ha effettuato uno studio di caratterizzazione di uno zafferano selvatico, Crocus sibieri L., che accumula le crocine in altri organi (I tepali) oltre che negli stigmi. Nel dettaglio, I tepali di C. sibieri L. sono chiamati “tricolori”, in quanto costituiti da tre parti di differente pigmentazione, di cui una sola, gialla, che accumula crocine. La peculiarità di tale sistema è stata sfruttata attraverso l’uso di tecnologie “omiche”, volte a determinare i meccanismi che controllano la sintesi di crocine. In tal modo, utilizzando tecnologie di trascrittomica e metabolomica, una serie di geni candidati associati all’accumulo delle crocine sono stati ottenuti, e saranno oggetto di studi futuri volti a valutarne il ruolo di aumento della produzione di tali molecole.
Tale lavoro è stato svolto da I Dott. Gianfranco Diretto e Alessia Fiore, in collaborazione con il gruppo della Prof. Lourdes Gomez-Gomez dell’Università di Castilla-La Mancha, ed è stato pubblicato sulla rivista Scientific report, appartenente al gruppo Nature.
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