Luigi Ponti
Schede primarie
Attività di ricerca per l'analisi di agro-ecosistemi mediterranei e lo studio della modellistica integrata per la valutazione dei cambiamenti globali in atto: sviluppo di approcci, metodologie, e strumenti per un’agricoltura sostenibile.
Dottore di Ricerca in Entomologia Agraria, Postdoc presso l’Università della California, Berkeley su Agroecologia/Analisi degli agro-ecosistemi nonché Marie Curie International Fellow (vedi blog del progetto GlobalChangeBiology). Fa parte del consorzio scientifico internazionale no profit CASAS (Center for the Analysis of Sustainable Agricultural Systems).
Membro del team di coordinamento scientifico del progetto MED-GOLD "Trasformare le informazioni legate al clima in valore aggiunto per i sistemi agroalimentari mediterranei tradizionali vite, olivo e grano duro" (vedi news ENEA). MED-GOLD è un progetto di ricerca e innovazione coordinato da ENEA, della durata di quattro anni e finanziato dal programma quadro dell’Unione Europea Horizon 2020.
I miei profili:
- https://impactstory.org/u/0000-0003-4972-8265
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- http://orcid.org/0000-0003-4972-8265
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Cambiamenti climatici e olivo in Italia: una valutazione dettagliata rivela vincitori e vinti
*Ponti L, Gutierrez AP, Ruti PM, Dell’aquila A (2014) Fine scale ecological and economic assessment of climate change on olive in the Mediterranean Basin reveals winners and losers. Proceedings of the National Academy of Sciences, USA, http://dx.doi.org/10.1073/pnas.1314437111 (open access).
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Effetto di un riscaldamento del clima di 1,8 °C su olivo e mosca delle olive in termini di aumento (giallo-rosso) o diminuzione (azzurro-blu) del reddito da olivicoltura da olio (euro per ettaro).
Per la prima volta l’impatto dei cambiamenti climatici sull’olivo viene valutato tenendo conto sia del particolare clima tipico del Bacino del Mediterraneo, sia della rilevante complessità biologica che caratterizza l’interazione tra olivo e mosca delle olive (il parassita più dannoso alla coltura). Lo studio, effettuato da ricercatori italiani e californiani, è frutto di una consolidata collaborazione internazionale tra ENEA, Università della California a Berkeley ed il consorzio scientifico no profit CASAS Global (Center for the Analysis of Sustainable Agricultural Systems Global, http://casasglobal.org/). Si tratta della prima valutazione d’impatto dei cambiamenti climatici ad aver simulato processi biologici realistici a scala sub-continentale utilizzando come input dati meteorologici giornalieri ad alta risoluzione ottenuti mediante un modello climatico messo a punto da ENEA che riproduce bene la variabilità climatica tipica del Mediterraneo. L’olivo riveste un’importanza ecologica e socioeconomica considerevole per il Bacino del Mediterraneo, essendo una delle piante di più antica coltivazione nonché praticamente onnipresente in questa regione geografica. Da qui il notevole interesse per i possibili effetti dei cambiamenti climatici sulla coltura.
Lo studio*, pubblicato sulla rivista scientifica internazionale PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America) e da essa selezionato tra quelli inseriti nel comunicato stampa settimanale, mostra come un riscaldamento del clima nell’ordine dei 2 °C - che con tutta probabilità si verificherà nel Bacino del Mediterraneo nel giro di pochi decenni – inciderebbe sulla redditività delle piccole aziende olivicole comuni nelle aree collinari marginali, accentuandone l’abbandono già in atto. Gli oliveti hanno un ruolo critico in aree marginali perché conservano suolo e biodiversità e riducono il rischio di incendi. Questo come altri risultati chiave dello studio non sarebbero emersi senza un’analisi cosiddetta bio-economica, ossia comprensiva delle dinamiche sia biologiche che economiche risultanti dall’interazione tra olivo e mosca in presenza di cambiamenti climatici. Un approccio sviluppato presso l’Università della California a Berkeley dal Professor Andrew Paul Gutierrez e collaboratori.
Più in generale l’analisi indica che il riscaldamento del clima avrà un impatto diverso su resa dell’olivo e infestazioni da mosca in zone diverse del Bacino del Mediterraneo, determinando vincitori e vinti da un punto di vista economico. In Italia le proiezioni contenute nello studio sembrerebbero moderatamente positive nel complesso: resa e reddito aumenterebbero del 10% circa, ed anche se le infestazioni da mosca si aggraverebbero del 6% circa, il rischio diminuirebbe sotto tutti e tre gli aspetti. A risoluzione più elevata si nota però chiaramente come gli impatti del clima siano tutt’altro che uniformi, dato che circa il 21% dell’areale di coltivazione dell’olivo in Italia registrerebbe una contrazione del reddito dovuta ai cambiamenti climatici. Questo è importate perché i piccoli oliveti tradizionali, che in aree marginali hanno un elevato potenziale in termini di tutela dell’ambiente, sarebbero anche quelli a maggior rischio di abbandono per azione combinata di cambiamenti climatici e politiche agricole europee non sempre del tutto appropriate.
Inoltre l’olivo è una coltura nota per la sua notevole resistenza all’aridità, e quindi con tutta probabilità gli impatti ecologici ed economici dei cambiamenti climatici sarebbero assai più gravi nel caso di colture meno tolleranti a caldo e siccità come vite e frumento.